C Cari amici,
un forte vento ha scacciato la foschia ed ora il Garda è più bello che mai.
Oggi ricorre la festività di Santa Agata, ma ne parleremo dopo, ora vorrei spostare l’attenzione su di un fatto che mi costringe a riflettere molto:
Oggi è il Compleanno di FacciaLibro, se non erro compie 16 anni, ebbene, questo nuovo sistema di comunicazione mi incuriosisce moltissimo.
Ha completamente soppiantato la carta stampata, ovvero i giornali. Oggi le notizie le andiamo a vedere su FB, ma queste son oltremodo lanciate in modo caotico e senza alcun controllo di genere.
Non auspico una censura, ma perlomeno una sorta di etica.
Molti son portati a credere che una notizia sia vera solo perché l’han letta, ma caspiterina, chiunque ora, può scrivere qualsiasi cosa, qualsiasi demenza senza essere un vero esperto della materia.
Vi rendete conto che ora chiunque sentenzia di: medicina, diritto, ingegneria, fisica, politica, storia, senza conoscenza alcuna se non il sentito dire o una sua personale idea.
Mi imbatto continuamente in folli scritti di chi nega questo o quello, di chi sostiene altro senza un minimo di logica.
Nascono emettitori di cavolate che tirano per la giacchetta ogni campo dello scibile, solo per dar valore a loro strampalate teorie.
Chi nega l’olocausto e chi le foibe, chi spara a zero sulla medicina, chi racconta di mirabolanti scoperte scientifiche nascoste non si sa per quale arcano scopo. Di tutto e di più.
Ma stiamo scherzando?
La follia dei campi di concentramento è parte della storia umana, possa piacere o meno, tanto quanto le stragi perpetrate dai Titini e dai partigiani, come pure i genocidi e le deportazioni di cui la Storia è piena, possa piacere o meno.
Ritorno a battere il tema a me caro di non avere il giorno della memoria a senso unico, ma il giorno della memoria collettiva, ovvero di quanto la mente umana possa essere diabolica indifferentemente da bandierine rosse, nere, verdi, o marroncine.
Vorrei farvi notare una cosa:
In questi giorni appena si accede a FB mi capita di leggere sproloqui sul massacro di Sand Creek, deplorevole episodio avvenuto durante le “guerre indiane” nel territorio del Colorado nel 1864, in cui un drappello di soldati a cavallo statunitensi, attaccarono un villaggio Cheyenne e ci furono tra i 125 ed i 175 morti tra i nativi e 24 tra le fila della cavalleria.
Episodio terribile e condannabile e condannato dalla storia, dal buon senso dall’etica e dalla morale, ma perché non fare tutto questo trambusto per un episodio molto simile del 1848 quando 3000 soldati asburgici comandati da Thurm und Taxis hanno massacrato la popolazione civile di Castelnuovo del Garda? Sul campo rimase un paese in buona parte distrutto dalle cannonate e dagli incendi e 113 tra donne e bambini su un totale di 150 morti.
Anche gli attaccanti subirono 4 perdite a ragiono di verità.
Ma qui nessuno ci ha scritto ballate, nessuno ha indetto processi mediatici, non ci son film o romanzi, ma solo il silenzio di una storiografia ipocrita e tendenziosa.
Ora taccio e torno alla solita forma almanaccale:
Oggi è festa sul monte Titano, nella repubblica di San Marino, si ricorda la fine della dominazione Alberoniana nel 1740, ovvero, del dominio militare posto alla minuscola repubblica dal cardinale Giulio Alberoni.
Se vi dovesse capitare ed avere la fortuna di visitare il palazzo Pubblico di San Marino ed in particolare la Sala del Consiglio Grande e Generale, vi troverete un affresco che null’altro è se non un’allegoria della sconfitta dell’Alberoni.
Saltiamo avanti nel tempo e d in un altro continente; era il 5 Febbraio del 1885 ed il re Leopoldo II del Belgio creò :” lo stato libero del Congo” suo patrimonio personale, qui ebbe inizio la travagliata storia di quell’area geografica, che per l’ennesima volta vi ricordo sarà teatro degli eventi del mio romanzo “ La ballata dei mercenari”.
Sempre lo stesso giorno , ma dall’altra parte del continente africano, le truppe Italiane entrano vittoriose in Massaua, Eritrea, in modo pacifico, senza spargimento di sangue.
Come accennavo all’inizio, oggi ricorre Santa Agata, originaria di Catania, dove subì il martirio nel 250 DC, è stata venerata fin dal secolo VI a Milano, a Roma e a Ravenna, alla data del 5 febbraio, e anche in Oriente. Benché gli Atti del suo martirio, avvenuto sotto Decio, siano tardivi e apocrifi .
Il patrizio Ricimero aveva fatto costruire a Roma una chiesa dedicate alla santa (secolo V) e destinata agli ariani: Sant’Agata dei Goti; e papa Simmaco, agli inizi del secolo VI, aveva introdotto ufficialmente il culto liturgico della martire a Roma, dedicandole una basilica sulla via Aurelia (“in fundum Lardarium”). Si attribuisce a Gregorio Magno l’introduzione del nome nel canone romano, per cui è venerata con memoria obbligatoria anche oggi. Forse la devozione dei papi per la martire è dovuta al fatto che san Pietro, secondo la leggenda, sarebbe apparso alla vergine crudelmente torturata (con l’asportazione dei seni) per guarirle le piaghe. Preludio al culto fu il miracoloso salvataggio di Catania da un’eruzione dell’Etna, la cui lava si arrestò nel primo anniversario della morte di Agata.
Ella è patrona di Catania, ovviamente, ed anche di San Marino, leggendo poche righe sopra avete visto il perché.
Il nome è di origine greca. Deriva infatti da agathé che significa “buona, virtuosa”.
Vi saluto
CS