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Angolino del 29 e 30 Aprile 2019

Angolino del 26 Aprile 2019
26 Aprile 2019
Angolino del 13 e 14 Maggio 2019
13 Maggio 2019
C Cari amici,

Anche se siamo alla fine di Aprile il clima è quasi novembrino e mi vien da fare proporvi un piccolo lazzo che la mia mente pazza ha ragionato:
Oggi ricorre Santa Caterina da Siena, copatrona d’Italia assieme a San Francesco d’Assisi; ed avete mai sentito l’adagio popolare: “A santa Caterina tira fora la scaldina”?
Credo di si! Quindi il proverbio aveva predetto un freddo anomalo per la fine di Aprile!
No, assolutamente No. Il motivo lo troviamo nel nostro calendario che ci propone anche un’altra Santa Caterina, ma d’Alessandria e cade il 25 di novembre, data in cui il freddo comincia a farsi più intenso.

Ora parliamo di cose angolinesche:

Vorrei ricordare che il come oggi nel 1980 moriva il regista Britannico Alfred Hitchcock, maestro del triller, della suspance, ma senza mai scadere nel genere splatter. I suoi films sono conditi di umorismo prettamente britannico, che sdrammatizza le situazioni più drammatiche.
Fu mastro nell’ utilizzo del montaggio, basti pensare alla scena della doccia in “Psyco” in cui rese l’efferatezza dell’assassinio solo con poche frenetiche inquadrature e con la musica, senza alcuna macelleria; e poi fu impareggiabile con l’utilizzo dell’espediente, molto british, del McGuffin.

Cos’è il McGuffin? Meglio un esempio chiarificatore:

“ Due viaggiatori si trovano in un treno chiaramente inglese. L’uno dice all’altro: «Mi scusi signore, che cos’è quel bizzarro pacchetto che ha messo sul portabagagli? — Beh, è un MacGuffin. — E che cos’è un MacGuffin? — È un marchingegno che serve a catturare i leoni sulle montagne scozzesi. — Ma sulle montagne scozzesi non ci sono leoni! — Allora non esiste neppure il MacGuffin!».

Capito qualche cosa?
No di certo.

In fondo il McGuffin non è altro che un espediente narrativo che serve come giustificazione dell’inizio della storia ma che poi si rivela totalmente inutile o ininfluente ai fini dello svolgimento della trama.

Un esempio classico è l’Uranio nelle bottiglie di vino in Notorius o il furto all’inizio di Psyco.

Il 29 Aprile del 1856 terminava la guerra di Crimea, e alcuni strascici li abbiamo sotto il naso ancora oggi. Vi ricordo l’intricata situazione tra Ukraina e Russia.

Nel 1945 nell’oramai senza speranza assediato bunker di Berlino, Adolf Hitler sposa la compagna di sempre Eva Brown, la fine del Raich millenario è vicinissima.

Sempre nel 1945 Venezia cade nelle mani degli americani, e nel frattempo il cadavere di Benito Mussolini e di Claretta Petacci vengono esposti a Milano al ludibrio della folla, cosa che oggi piace tanto ai nemici della proprietà privata.

10 anni dopo, nel 1955 venne eletto presidente Giovanni Gronchi, quello famoso in particolare per il francobollo “Gronchi Rosa” di cui abbiamo parlato pochi giorni addietro.

Oggi fu l’ultimo giorno della presenza americana in Viet Nam, correva l’anno 1975; ve la ricordate tutti la foto dell’elicottero che parte dal tetto piatto dell’ambasciata? O le immagini delle portaerei che scaricano in mare gli elicotteri per far posto a quelli che arrivano in fuga dalla capitale del sud Viet Nam ormai perduta.
L’ennesimo pasticcio militare Americano, che da dopo la seconda guerra mondiale non ne han più azzeccata una.

Nel 1991 la Croazia si dichiara indipendente e via verso l’ennesimo caos balcanico, otto anni di guerre fratricide nel cuore dell’Europa.

Passiamo al 30 Aprile:

Ripesco a casaccio nei vecchi angolini e comincio con il ricordarvi che questa che sta arrivando è la “Notte di Valpurga”, andiamo a vedere un po’ di più di che si tratta:

Entriamo in una delle ricorrenze più misteriose dell’anno e stolti e sciocchi se pensate che il 1 maggio sia una festa “rossa” essa è una ricorrenza assai “nera”, nera come le tenebre che la avvolgono, nera come il mondo del mistero che fra poche ore si dischiuderà, ma proseguiamo con ordine e giudizio:

Anticamente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un’atmosfera orgiastica, gli antichi non perdevano occasione per far festa, aspettando il nuovo giorno che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre e quando si sarebbe celebrata la festa di Beltane da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti. Con la cristianizzazione dell’Europa centrale la notte del 30 aprile subì una metamorfosi perché si raccontava che vi si dessero convegno spiriti inferi, streghe e stregoni che si sarebbero dovuti espellere grazie all’intercessione di santa Valpurga: una monaca inglese (710-778), diventata badessa del monastero tedesco di Heidenheim presso Eichstatt, dove fu sepolta il 1° maggio 871 nella chiesa di Santa Croce, che ha ereditato le funzioni della Grande Madre e ha dato il nome alla notte, chiamata popolarmente «la notte di Valpurga».
La coincidenza calendariale l’ha trasformata dunque nella santa che protegge dalle streghe; dalle pietre dove le sue ossa furono sepolte, sgorgava il miracoloso «olio di santa Valpurga» che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella ovviamente di proteggere dalle stregonerie. Il 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava e si porta ancora, dove la tradizione è sopravvissuta, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al paese: è l’Albero di Maggio o semplicemente il Maggio.

«Nella Svezia, il 1° maggio – riferisce il Frazer – si soleva portare nei villaggi un gran pino che veniva adornato di nastri e drizzato in piedi; poi il popolo vi danzava allegramente intorno a suon di musica. L’albero verde restava nel villaggio sostituito da uno fresco il 1° maggio seguente…». Sull’albero sfrondato, cui rimaneva soltanto una corona di foglie, venivano posti salsicce, dolci, uova e altri cibi oltre a nastri variopinti. I giovani vi si arrampicavano per impossessarsene: una sopravvivenza di queste usanze si ritrova negli Alberi della Cuccagna delle nostre fiere. Quell’albero altro non era che il simbolo dell’Albero Cosmico, le cui fronde si trovano di là dal visibile, nel non manifestato, analogo alla scala di Giacobbe, asse del mondo grazie al quale si può giungere alla comunione divina, notate il simbolismo che riporta a simbolici obelischi o menir o qualsiasi altro analogo oggetto che possa far da scala, da connessione tra terra e cielo, ovvero tra l’umano ed il Divino, tra il materiale e lo spirituale, tra la dimensione terrena e quella celeste.

Maggi erano anche i ramoscelli che i giovani offrivano alle ragazze come augurio di amore e fecondità; oppure erano portati in processione di porta in porta da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio. Quelle processioni avevano la funzione di ottenere grazie al «magico» maggio rinnovamento e prosperità. Come per la notte del 30 aprile la Chiesa cercò nel corso dei secoli se non di cristianizzare per lo meno di rendere più accettabili queste cerimonie: nacque così l’usanza, ancora viva in alcuni paesi fra cui l’Andalusia, di sostituire l’albero con la Croce di Maggio. Chi è d’altronde il Cristo se non l’Albero della Vita?
O ma cosa ho scritto, l’albero della vita, ma vi ricordate che in vecchi angolini abbiamo parlato del frassino come albero della vita!
E tra rami, ramoscelli, bastoni fioriti, la simbologia cristiana si spreca.
Ma poi una notte di sabba e orge con creature demoniache non vi fa balenare in mente qualcosa d’altro?
Ma si dai, vi dice nulla “ Una notte sul Monte Calvo” di Modest Petrovic Musorgskij ? be andate ad ascoltarvela e poi ne parliamo.

Mi è stato chiesto proprio questa mattina se avrei potuto fare un breve elenco delle notti e dei giorni magici dell’anno, e così ho ricavato:
La notte di Valpurga, San Pietro e Paolo il 29 giugno, poi il 24 Giugno ovvero san Giovanni Battista ( e qui torniamo sul monte calvo ) , poi il 27 Dicembre san Giovanni Evangelista, poi il 13 dicembre Santa Lucia, poi le feste dei Morti e dei Santi, un bell’elenco non vi pare? Ve ne sono di porte che si aprono e si chiudono verso il mistero.
Ma io so che voi avete un cuore saldo ed una incrollabile fiducia nel mondo moderno e quindi di queste cose non vi fate mantello, ma io che vivo tra leggende e superstizioni e dove l’eco dell’antico avo è sempre presente sul mio tavolo di lavoro, vi dico che questa notte la trascorrerò vegliando ed organizzandomi per tener lontani gli spiriti maligni dalla mia dimora.

Attenti a voi che non avete fiducia nell’antico, potreste divenire preda del falso idolo, e poi, prestate attenzione: ma dalla note di Halloween fino alla notte di Valpurga trascorrono esattamente sei mesi, mezzo anno, capite che nulla è un caso, tutto è sempre un grande disegno??? Capite che questo ci indica che son due momenti correlati, son due porte che si aprono sul mondo dell’incorporeo. Vedete che basta spolverare un pochino la mensola della conoscenza e la realtà può apparire ben più intrigante?

Torniamo alla notte in questione, essa ha rimandi nella nostra cultura moderna, ma osserviamo: il secondo atto dell’opera teatrale “ Chi ha paura di Virginia Wolf” si intitola “ la notte di Valpurga” , è interessante notare come il nome della scrittrice inglese sia stato scelto per l’assonanza con la parola inglese lupo ( wolf) poiché il protagonista, George, canticchia la nenia infantile, tipicamente anglosassone, “ chi ha paura del lupo cattivo” .

In oltre si fa riferimento sempre alla scrittrice poiché ella fu vittima della schizofrenia che la portò al suicidio, come pure i protagonisti che sono caratterizzati da patologie simili.

Anche una delle opere più famose dello scrittore e esoterista tedesco Gustav Meyrink ha titolo “ La notte di Valpurga” ; ricordiamoci che l’opera che lo ha reso celebre fu la trasposizione letteraria del racconto ebraico praghese del Golem.

Il racconto Horror dello scrittore Lovecraft “ I sogni nella casa stregata “ è ambientato in questa notte di passaggio.

Vi lascio, e buona notte di Valpurga!

CS