C Cari amici,
pare di essere tornati a Novembre, il clima è freddo, spira un forte vento da Nord d il Garda è molto irato.
Credo che anche l’antico Dio Benaco sia alquanto arrabbiato per questo strano inizio di stagione “calda”; tanto che ci regala onde potenti e colori cupi, che si potrebbe scambiarlo per un fiordo Norvegese.
I Lessini son tornati bianchi e il tutto mi farebbe venire voglia di castagne e vin rosso, ma dovremmo, invece, esser vicini alla stagione delle ciliegie; misteri climatici.
In questi giorni il mio paesello è diventato terreno di scontro politico per le prossime amministrative, quindi ora più che mai i bar son affollati di curiosi, di persone dalle orecchie lunghe e da linguacciuti analisti politici locali.
Ammetto che, essendo per me la prima volta in cui mi cimento in una avventura elettorale, mi sto divertendo moltissimo ad ascoltare pronostici, soloni e discussioni pseudo filosofiche; tutti han la ricetta in tasca per vincere la tenzone elettorale e risolvere i problemi locali, ma son anche i giorni che precedono la Mille Miglia, la meravigliosa corsa rievocativa che ha come scenario tra le prime tappe il basso Garda.
Pertanto non vi è garage o rimessa, che non porti in strada ogni possibile mezzo meccanico a propulsione termica che non si faccia ammirare.
Dalle più popolari Fiat Cinquecento alle consorelle teutoniche, i maggiolini e maggioloni, alle più incredibili supercar, tutti a godere della passione per i motori e per la bellezza.
Amo incrociare questi mezzi, che mi permetto di salutare con gioia e con passione, son un autista romantico, lo sapete, mi piace guidare, ma lentamente, son l’archetipo prototipo del “vecchi col cappello” che è impossibile da superare, ma me ne frego!
Turme di Alfaromeo duetto, Mustang, Ferrari, Porsche a non finire, Citroen 2Cv, Fiat X19, ed ogni meraviglia meccanica dell’ultimo secolo è qui per giocare e per godere di uno spettacolo unico.
Poi ci son i soliti bastiancontrari, coloro che per principio devono criticare ogni cosa e trovano disdicevole questo motoristico carosello di capolavori, vuoi per gusto critico, vuoi per invidia ed anche per ignoranza, ma voi, da vecchi angolinisti accaniti, siete stufi di panegirici sulla corsa, ma golosi di aneddoti curiosi, e son qui pronto a regalarvi l’ennesima piccola novella che credo vi allieterà la lettura:
Perché si dice Bastian Contrario?
Ebbene questa espressione idiomatica della nostra meravigliosa Lingua, pare abbia origine dal nome di un personaggio non ben inquadrato storicamente, un mercenario che poi divenne brigante, in quei territori che han come palcoscenico le Alpi Marittime.
Costui si chiamava Sebastiano, nome poi popolarmente ripetuto come Bastian, con il soprannome Contrario, forse perché insofferente alle regole o agli ordini dei superiori, ebbene dalle sue gesta, riportate nel 1905 dal Lessicologolo Alfredo Panzini, che ci attesta l’uso della locuzione e ce la fornice come un caso di Antonomasia, ovvero quando una figura retorica diviene un nome o lo sostituisce.
Il pianeta rosso, Marte, oppure “quel tizio è un satanasso” per indicare la sua malvagità.
Ora sbirciamo sul calendario:
Il 13 maggio è un giorno assai particolare dove si rincorrono religioni, credenze, riti pagani, filosofia e mistero, altrimenti non ci sarebbe gusto; infatti ricorre la data di un evento molto interessante, l’apparizione di Fatima da parte dei tre pastorelli Portoghesi. I pargoli videro la madonna sopra un leccio, interessante, molto interessante non vi pare? Perché? Ma è semplice, la leggenda vuole che di legno di leccio fosse fatta la croce di Cristo, tale credenza era così sentita che nel nostro passato, ben pochi artigiani avrebbero usato quel legno che consideravano sinistro, in Italia abbiamo una città che porta un nome di chiara provenienza dall’albero in questione, Lecce; che ha questa pianta anche nel suo simbolo araldico assieme ad una lupa che cammina, in omaggio all’antico suo nome Lupae. Non oso commentare e tantomeno sbilanciarmi, argomento che tocca troppo da vicino l’anima delle persone che esse credano o meno, quindi lascio a voi ogni commento.
Ma torniamo alla data, era l’anno 1917, e vi faccio notare una coincidenza, sempre come oggi, ma nel 1981, in piazza San Pietro, avveniva l’attentato al Papa Giovanni Paolo II, ed il conseguente arresto del terrorista turco Alì Akgià.
Ma pensiamoci, Compare la “ Madonna “ che non dice di essere tale, nel mese dedicato alla dea Maia, oggi per i cristiani mese Mariano, e notiamo l’assonanza, in un luogo del Portogallo che porta il nome della figlia di Maometto.
Diciamo che qui c’è un bel po’ su cui speculare; intanto abbiamo un’abbondanza di femminilità, passiamo dalla dea Maia di cui oggi è il culmine del rito pagano, alla figlia di Maometto a questa apparizione celeste che predica pace e fratellanza in piena Prima Guerra Mondiale, pertanto abbiamo nello stesso crogiolo alchemico: il paganesimo, l’islam ed il cristianesimo, tutto focalizzato in un unico punto sia geografico che temporale.
Fantastico non trovate!
Siccome state leggendo l’angolino, vien da sé chiedersi: perché il luogo si chiama Fatima? Ebbene miei cari, ne abbiamo responsabilità anche se alla lontana anche noi Italici, infatti si deve a Mafalda di Savoia sposa di re Enrique del Portogallo nel XII secolo, ella volle costruire una chiesa per ricordare la conversione al Cristianesimo di una giovanetta Mussulmana, Fatima, da lei convertita durante la lunga guerra per liberare quelle terre dagli arabi, pensate che Mafalda volle farsi seppellire assieme a lei, tanto divennero amiche.
Ma voi che ne pensate, anche qui ricorrono giovanette come la pastorella Lucia, conversioni, e mille altri simboli?
Abbiamo il numero 13, il 5, un gregge di pecore, ma ora basta attendo voi …………. Vi ricordo che tutto è simbolo, tutto ha un perché, e questo perché non è quasi mai evidente alla prima analisi, anzi a volte ve ne son molti tutti posti su diversi piani di comprensione, si possono raggiungere vette inaspettate con la conoscenza, pensate solo alla parola “ conoscenza “ al suo etimo ed alle sua assonanze!
Un’ultima cosa, un po’ forzata, ma mi piace ripercorrerla con voi: abbiamo parlato di pecore e l’accostamento all’agnello di Dio ovvero Cristo vien da se, e guarda caso su un leccio, simbolo del di lui martirio, ed essendo oggi l’anniversario dell’attentato al Papa Giovanni Paolo II da parte di Akgià, membro dei Lupi Grigi, quindi abbiamo anche un Lupo.
Vi saluto e vi lascio alla riflessione, mi fumo un dolce toscanello, mi bevo un caffè e mi ascolto un po’ di Paradisi.
14 Maggio
Angolino doppio, pertanto, cari amici oggi si parlerà anche del 14 Maggio.
Il 14 maggio del 1509 venne combattuta la battaglia di Agnadello o di Ghiera d’Adda, fondamentale episodio nel contesto della guerra della Lega di Cambray, in cui i veneziani si trovarono a dover affrontare tutte le potenze europee coalizzate.
Ovviamente l’esercito della città lagunare venne sconfitto, e la Serenissima dovette ridimensionare le sue pretese di terraferma. L’episodio è arcinoto agli abitanti di Arilica, che dopo questa battaglia videro la propria città esser posta sotto assedio con l’ingresso dei Leghisti il 30 maggio, che non furono affatto magnanimi con i difensori, visto che li passarono a fil di spada ed il governatore Andrea da Riva ed il figlio impiccati ai bastioni.
Pare che una strofa della nota filastrocca: ”Veneziani gran signori…” quando si citano i Bresciani, li si definisca “Taja cantoni” ovvero pronti a darsi alla fuga, e si racconta che lo si deve a questo scontro in cui il contingente inviato in appoggio ai Veneziani, vista la mal parata se ne tornò in città.
Storie popolari!
Come oggi nel 1804 partiva da Fort Dubois la spedizione esplorativa di Lewis e Clark che risalì il fiume Missouri , lo avete visto il film di fantascenza “ punto di non ritorno”? Vi ricordo solo che la nave spaziale comandata dall’attore Lorence Fhishburne, che si reca in soccorso della Event Horizon ai confini del sistema solare, si chiama proprio Lewis and Clark in onore dei due pionieri.
Immagino abbiate visto anche il film “una notte al museo”, ebbene, la bella di turno impersona Sagacawachea, ovvero la ragazza indiana che divenne guida dei due pionieri.
Oggi si festeggia San Mattia apostolo, che pochi ricordano essere sepolto a Padova nella Chiesa di santa Giustina, attenzione a non confonderlo con san Matteo, anche lui uno degli apostoli, ma arrivò dopo; fu il tredicesimo apostolo, ora vi spiego:
Gli atti degli apostoli ci ricordano che dopo l’ascensione, Pietro propose agli apostoli che erano rimasti in 11 dopo la morte di Giuda, di ritornare al numero iniziatico di 12, quindi si tirò a sorte tra gli altri discepoli e venne estratto Mattia, seguace dalla prima ora; egli scrisse ma del suo pensiero rimangano solo dei frammenti.
Ciao a tutti torno al mozzicone del mio toscanello al mio caffè ormai freddo ed alla musica barocca.
CS