C ari amici,
l’angolino è tornato, si è preso un momento di riflessione ma è tornato ad ingombrare le vostre mail.
Stiamo vivendo momenti che verranno ricordati nella Storia, i nostri bisnipoti li avranno come materia di studio sui libri di testo, sempre ammesso che ci siano ancora i libri da studiare.
Perché dico questo?
Guardatevi attorno, oggi tutto è demandato a filosofie che non hanno nulla di plausibile, una anarchia di pensiero condita con ignoranza e pressopochezza, mettiamoci pure gli oscurantismi religiosi avanzanti ed il gioco è fatto.
Stiamo assistendo all’ennesimo ritiro dell’”esercito più potente del mondo” da una nazione o meglio, da un territorio, che sarà il fulcro futuro di tutta la politica mondiale; ammettiamolo, gli USA dal 1945 han perso sempre, chi lo sa come sarebbe andata a finire se nel 1984 la guerra fredda si fosse mutata in guerra calda!
Pensieri in libertà: ed uno di questi è il curioso comportamento delle frange di idee sinistroidi di casa nostra. Fino ad un mese fa: noi occidentali eravamo dipinti come i cattivi che andavano in Afganistan a portare guerra e distruzione ad un popolo che, secondo loro, era pari alla contea degli hobbit, sereni e pacifici pastori che noi cattivoni andavamo a uccidere.
Oggi che gli USA se ne vanno, di punto in bianco son i difensori dei diritti delle minoranze che si trovano esposte alla violenza coranica.
Poca lungimiranza a sinistra o solo pretesti per critiche incostruttive?
Proseguiamo con la paginetta:
Ricordo che oggi è il compleanno di uno dei simboli della cultura Statunitense per eccellenza, la mitica Harley Davidson, infatti l’azienda nasceva come oggi nel 1903 a Milwakee, nel garage dei fratelli Davidson appena ventenni. Ma dobbiamo attendere il 1909 per avere il primo motore V twin, con la caratteristica disposizione dei due cilindri a V longitudinali.
Il battesimo del fuoco di questi mezzi non avvenne come molti pensano durante la prima guerra mondiale, ma nel complesso scenario della rivoluzione Messicana di Pancho Villa, in cui le unità Statunitensi avevano creato dei reparti su motociclette per sorvegliare i vasti confini e per incursioni in territorio nemico.
Confesso che a me piacciono molto, hanno una linea classica, intramontabile, son come un trench di aquascutum, perennemente classiche e emozionanti. Il suono, il profumo, la grinta, che possiedono son inimitabili.
Ne ho possedute, le ho amate ed odiate, specie quando mi han lasciato a piedi, ora cavalco felice una Triumph, che miscela il design Italiano alla tradizione Inglese alle ispirazioni Americane.
Pertanto dato che non ho voglia di parlarvi di moto come semplici mezzi meccanici, simbolo di machismo e tecnologia, vi presenterò alcuni titoli di film che vedono queste superbe creazioni poste in primo piano:
Ovviamente il primo titolo è Easy Rider, in cui due Pan head son le vere protagoniste del film. Pellicola che ho guardato solo per le scene di viaggio e per la colonna sonora, non certo per la trama che trovo puerile e scialba. Tra i veicoli che compaiono, nelle primissime immagini vi è anche una Rolls Royce Silver Cloud III color marrone bronzato, e io direi che i due mezzi in questione hanno delle affinità elettive, un altro accostamento che mi piacerebbe intuire con voi è con l’italianissimo “ Il sorpasso “ di Dino Risi, in cui la protagonista non è una moto ma una superba e commovente Lancia Aurelia convertibile.
Andiamo avanti con i film e con le moto; Addirittura c’è un’opera cinematografica delgi anni ’70 che si intitola Electra Glide, ovvero il nome di un modello di Harley, e parla della polizia del Arizzona.
Ma le cromate figlie di Milwakee compiono anche in tutto quel filone minore che furono i Bikers Movies della fine degli anni ’60 come The Wild Angels, in Italia I selvaggi, o the Satan’s Sadist che presentarono in modo assai discutibile il mondo complesso dei club motociclistici USA, ma le troviamo anche in pellicole italianissime, cavalcate dagli evergreen Bud Spencer e Terence Hill in due superpiedi quasi piatti, o in nel “ Gallo cedrone “ di Verdone e che dire del magnifico “ un americano a Roma “ di Alberto Sordi? Dove il grande attore è al manubrio di una stupenda WL e si vede la polizia Italiana che inforca delle aristocratiche Moto Guzzi 500 Falcone.
Dai su perdiamoci a giocare con la mente a sognare il viaggio, a godere del percorso. Lo so la strada giusta è quella che non conduce al rimpianto, ma ogni Km trascorso in sella mi ha sempre portato non dove volevo , ma dove avrei voluto.
Io in cuor mio ringrazio il signor Harley e i fratelli Davidson, non per esser stati dei bravi industriali, ma per aver dato forma ai sogni, hanno liberato le anime oppresse dalle convenzioni, che male c’è ad andare in moto in doppio petto grigio?
Se cavalchi una HD nulla! Mi spiace io guido una pallida copia, ma è grazie a loro che lo stile del motociclista romantico è delineato in questo modo.
Ma attenzione io non escludo le nobili casate su due ruote che han come vessilliferi nomi come Bianchi, Guzzi, Norton, Triumph, Zundap, BMW, Indian, BSA, Royal Enfield, Miller, e tutti i mille che il tempo ha cristallizzato; quindi guanti di pelle, giubbotto di cuoio, occhialoni, stivali, zaino e casco ben allacciato e nulla potrà fermarci se non un buon caffè in un romantico angolo di mondo che ci ha chiamato e ci ha gentilmente concesso di fermarci.
Credo ai segni, credo alle combinazioni, credo in un essere superiore, credo in una vita spirituale e tutto questo venne sciolto nel crogiuolo dell’attimo in cui scesi dalla mia moto.
Pazienza! Abbiate pazienza, oggi è andata così.
Lo so non ve ne cale che si ricorda il 28 san Agostino di Ippona, di cui vi esorto a leggere le opere, non vi interessa della battaglia dell’Isonzo tra Teodorico e Odoacre, non fremete per sapere che oggi divenne imperatore del sacro romano impero Ferdinando II d’Asburgo anche se a lui è legato un fatto simpaticamente misterioso delle mie parti. Oggi nel 1849 si concluse il tentativo Veneziano di affrancarsi dalla corona Austriaca; “ il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca “ e poi riprendo il poeta: “ A te Venezia, l’ultimo canto, l’ultimo bacio, l’ultimo pianto! “.
Per oggi è tutto, au revoir!
CS