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Angolino del 18 Febbraio 2020

Angolino del 17 Febbraio 2020
18 Febbraio 2020
Angolino del 26 Febbraio 2020
26 Febbraio 2020
C Cari amici,

son qui nella mia stanzetta e cullato da un brano degli U2 “Whit or whitout you” mi pongo le domande classiche di chi è in procinto di passare l’ennesima notte di lettura e studio.
Bono, leader degli U2 si chiede se può vivere “con o senza te”, ma a chi rivolge il quesito?
Parrebbe ad una fanciulla che ha rotto il comune idillio amoroso, ma si potrebbe anche pensare che il cantante, stia pregando, e si domandi se possa vivere con o senza Dio.
è pesante vivere in entrambe le condizioni, ma solo lo sforzo personale ci può aiutare nel nostro percorso.

Questa sera non fumo e tantomeno gioco con la mia pipa, son preso dalla meraviglia del mio nuovo schermo del PC e dalla luce della fiamma della candela che si consuma danzando vicino alla mia mano, e pertanto, mi piacerebbe riproporvi antichi ragionamenti, quindi allacciatevi la cintura di sicurezza che si parte per un fantasmagorico viaggio al limite della sanità mentale.

Come oggi nel 1478 venne decapitato nella torre di Londra, il duca di Clarence,  fratello minore di Edoardo IV re d’Inghilterra, accusato di tradimento nei confronti della corona. Pertanto, la tradizione ci insegna che oggi dovrebbe essere il giorno propizio per incontrare la triste ombra del Duca nei corridoi del vetusto maniero. Da secoli, infatti,  molti giurano di averlo visto.

Secondo me ci deve essere un errore, mi spiego meglio:

se il poveretto è stato alleggerito della testa nel 1478, e sappiamo che era in vigore il calendario Giuliano, che rispetto al nostro attuale, il Gregoriano, aveva uno sfasamento di alcuni giorni, e fu solo dopo il 1582 con la riforma di Gregorio XIII che abbiamo rimesso le cose in ordine, qualcosa non quadra, ma vediamo meglio la cosa in dettaglio.

Durante il papato di Gregorio XIII, gli astronomi  gli dimostrarono,  che dal Concilio di Nicea che fu nel 325 D.C., il calendario era rimasto indietro di 10 giorni rispetto al Sole . Il 21 marzo, giorno teorico dell’equinozio, sul quale si gestiva la data di Pasqua per dettato del Concilio stesso, il Sole non si trovava più all’equinozio, ma lo aveva passato di ben 10 giorni. Perbacco che pasticcio.

Nella Torre dei Venti in Vaticano è ancora presente, tracciata sul pavimento del solaio, la linea meridiana sulla quale Egnatio Danti, l’astronomo papale, dimostrò al Papa che il Sole attraversava l’equinozio l’11 marzo, anziché il conciliare 21 marzo, alterando in modo grossolano la data per celebrare la Pasqua.

Per apportare le necessarie correzioni e mettere d’accordo calendario e Sole, nel 1582 il Papa decise di adottare il brillante studio del calabrese Luigi Lilio, progetto presentato dal fratello Antonio perché  nel frattempo Luigi era morto,  e ordinò la famosa riforma del calendario che ancor oggi è in vigore in tutto il mondo civile e che ha iscritto il nome di Gregorio XIII nella Storia dell’umanità. Altrimenti sarebbe passato alla storia solo come uno dei papi noiosi che combatté eresie e  scismi.

In sostanza lo scopo della riforma consisteva nel riportare il 21 di Marzo sull’equinozio di primavera e di tenerlo perennemente in quel punto dell’eclittica.

Per ottenere questo risultato la riforma interveniva sul calendario con due provvedimenti fondamentali; il primo consisteva nel drastico ed immediato rifasamento della data rispetto alla situazione astronomica, saltando di colpo 10 giorni di calendario; perciò nell’anno 1582 dal giovedì 5 Ottobre si passò direttamente a venerdì 16 ottobre, notate come la successione dei giorni della settimana, che non ha rilevanza astronomica, rimase invariata.

Il secondo provvedimento fu quello di apportare la regola degli anni bisestili per evitare che lo slittamento della data tornasse a verificarsi nel futuro.

Pertanto il fantasma del duca di Clarence dovrebbe essere apparso 11 giorni fa, ovvero il 7 febbraio.

Tutto chiaro??
Fantasma birbone!

Come oggi nel 1745 nasceva Il fisico autodidatta Alessandro Volta, che tutti sapete, essere il padre della pila, lo scopritore del metano,  ma non molti ricordano che fu anche l’artefice di un noto piatto della nostra cucina tradizionale, pertanto ora lesti e silenziosi passiamo in cucina:

Si narra, che di ritorno dalla Francia, dopo uno dei suoi tanti viaggi scientifici, abbia recato in dono alla famiglia uno strano regalo. Era una cosa di forma ovoidale, dal colore marrone e dall’aspetto poco invitante. Dopo lo stupore dei suoi cari, dichiarò gridando: “Ma non capite, questo è un tubero commestibile, dal sapore dolciastro, che anche alla mensa dei nobili francesi è molto apprezzato”. Dopo il generale disinteresse familiare, il grande fisico presentò la sua “scoperta” al mondo scientifico. All’entrata del congresso, non lo si voleva far passare con quel tubercolo, tanto che fu invitato dall’usciere, senza esito, a depositarlo al guardaroba. Preso posto al banco che era a lui riservato, chiedendo la parola alla dotta assemblea, presentò quel che aveva portato dalla Francia, la patata. Stupore generale e scetticismo?…..Ma poi la patata finì per trionfare.

A lui si pensa, si debba essere grati per l’invenzione dei gnocchi di patate appunto.

Si racconta, in quel di Como, che egli volesse trovare il sistema di conservare il suddetto tubero; quindi pensò di disidratarlo e polverizzarlo. Dalla farina così ottenuta, poi si sarebbe dovuto ritornare ad un elemento cucinabile, quindi prese spunto dagli gnocchi di altre farine già in uso et voilà ……

Ed ora la  ricetta:

Lavare e lessare delle patate con la buccia in acqua fredda, quando saranno cotte, sbucciarle ancora calde e ridurle in poltiglia. Mettere sulla spianatoia un po’ di farina ed adagiarvi il passato, un uovo, del burro, lavorando l’impasto con le mani e l’aggiunta di farina, più impasterete più buoni saranno. Poi dividete il composto in tanti pezzetti, ai quali darete la forma di un dito, da tagliare ogni due centimetri circa. Una volta pronti, metteteli  in abbondante acqua salata, io che son un porco del gregge di Epicuro, uso del buon brodo di manzo  bollente. Appena saliranno in superficie, prendeteli con un mestolo forato e passateli ben scolati in una zuppiera. Conditeli con abbondante burro fuso e parmigiano, io ci metto anche la salvia.

Il buon vecchio Alessandro, si dilettava di cucina e di elettricità, e per fortuna  scoprì il metano, gas al quale dobbiamo le nostre moderne cucine, altrimenti dove li cuciniamo gli gnocchi??

Poi parlare di gnocchi in questi giorni a Verona, quando il carnevale impazza è cosa molto tradizionale, ma è un’altra storia.

Vorrei ricordare che oggi sarebbe il compleanno del grandissimo Enzo Ferrari classe 1898, e per chi ha nel cuore una 308 Gts è l’uomo dei sogni.

Ciao a tutti, ora cullato da “Eye in the sky” di Alan Parson vi lascio

CS