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Angolino del 11 Marzo 2020

Angolino del 02 Marzo 2020
2 Marzo 2020
Angolino del 13 Marzo 2020
13 Marzo 2020
C Cari amici,

Siamo immersi in una profonda crisi, fisica, tangibile, reale. Stiamo affrontando un nemico, e come fossimo in guerra, quella vera, quella con l’elmetto in testa ed il mitragliatore in mano che oggi son sostituiti da mascherine e apparecchi per la respirazione assistita.

Stiamo vivendo quello che i nostri nonni vissero secoli addietro, stiamo vivendo una epidemia!
Non è peste, non è vaiolo e nemmeno colera, ma è altrettanto pericolosa.
l’angolino c’è e cerca nel suo piccolo di creare una parentesi in questa sorta di realtà sospesa o, volendo essere ottimisti, vacanza forzata.
Partiamo come sempre dall’etimologia delle parole per meglio capire cosa stiamo almeno dicendo. È dal 2001 che ogni giorno ci bombardano con questa diabolica parolina “Crisi”, ma che vuol dire? Da dove ci piove addosso? Assolviamo il caro latino e ci spostiamo alla lingua di Omero; crisi deriva dal greco CRISIS che non è altro che “la decisone”, quindi è il momento di decidere cosa fare, ma ha anche l’eccezione di cambiamento. Da ogni crisi nasce qualcosa di importante, di nuovo e si spera migliore, ottimismo ci vuole!

Poi l’altra parolina che ci insegue come Jack Torrence per i corridoi del Overlook Hotel, è Epidemia, e qui le cose si fanno più interessanti: infatti è l’unione di due parole sempre greche, Epi e Demos, ovvero sopra al popolo. Fa pensare non è vero?
Sopra il popolo, sopra le persone, quindi ha il senso dell’inevitabilità, del fato, ma permettetemi io del fato come di un percorso già scritto, me ne frego! Son un fervente sostenitore del concetto del libero arbitrio, quindi se si seguono le regole, allora tutto andrà bene.
Si avete letto bene, le REGOLE. Quella parolina magica che è alla base della mia personale filosofia, quella meravigliosa parola che tiene insieme la galassia, che accontenta fedeli e atei, che guarda alla scienza ed anche un po’ più in là. Le regole son la base dell’essere. Io sono perché appartengo ad un cosmo che si basa su regole, leggi.

In principio erano le regole, le regole erano presso gli Dei, le regole erano gli Dei!

Ma passiamo al consueto almanacco:

L’undici marzo del 1387 era una tiepida giornata di pre primavera, e sui campi di Castagnaro si fronteggiavano due eserciti, uno comandati dai capitani di Ventura Giovanni Ordelaffi da Forlì e Ostasio da Polenta di Ravenna, cognato del signore di Verona Antonio della Scala, per la parte Veronese, l’altro, quello padovano, aveva per capitano il mercenario inglese Giovanni Acuto, il cui vero nome era John Hakwood , ma che al nostro orecchi latino suonava meglio come Acuto.

Vinsero i Padovani, scalzarono gli Scaligeri dalla signoria di Verona che trovarono asilo dai da Polenta per poi trasferirsi definitivamente in Baviera dove cambiarono il cognome in von der Leiter.
La battaglia di Castagnaro fu combattuta in una zona di acquitrini, dove l’astuto inglese riuscì a cogliere l’esercito nemico tra due ali di balestrieri ed arcieri, sfruttando le poche aree non fangose e al momento opportuno, quando i veronesi erano al limite, fece irrompere la cavalleria pesante che ebbe facile vittoria. Fu il più grande scontro tra eserciti di ventura del medioevo. Pensate proprio il giorno 9 marzo, era il compleanno di Cangrande della Scala, ovvero il personaggio che fu l’apice della dinastia che qui si concluse.

Era l’11 Marzo del 2004 e Madrid divenne bersaglio della cieca furia integralista islamica. Gli attentati causarono circa 200 morti e quasi 2000 feriti, vi ho già fatto notare il ricorrere del numero 11, oggi in gioco vi è anche il numero 3, vedete il simbolismo?

Ma vorrei ricordare che oggi per gli antichi romani era una giornata di festa, infatti si festeggiava il natale di Flavonio.
Chi era Flavonio?
Era la personificazione del tiepido vento Zefiro che soffia da occidente, era rappresentato come un bel giovane arrecante in mano un mazzo di fiori primaverili. Zefiro o Flavonio è portatore di bel tempo e soffia all’inizio della stagione calda.
Era figlio del titano Astreo, che fu anche padre delle stelle della notte e di altri venti, Borea, il vento del nord ed Austo il vento del sud est. Ora capite l’etimo delle parole: Astri per indicare le stelle, poiché figlie di Astreo e Australia, poiché rispetto all’Europa si trova a sud est. Vedete che meraviglia l’angolino!
Ma chi era la mamma di Zefiro?

Nientemeno che la dea Eos, ovvero l’alba!

Zefiro, secondo la mitologia fu anche padre, ma non di divinità, ma bensì di due cavalli. Si racconta che possedette l’Arpia Celeno che per l’occasione si era mutata in giumenta e da questa strana unione nacquero i due cavalli immortali di Achille, Balio e Xanto, con cui l’eroe figlio di Peleo combatté sotto le mura di Troia. L’auriga preposto alla cura dei due cavalli era Automedonte, da cui nasce la parola ormai desueta “automedonte” per indicare il vetturino.
Dopo questa cavalcata tra olimpiche divinità ed eroi omerici, voglio chiudere con un’altra piccola curiosità.

Dalla parola Flavonio, l’orecchio germanico avvezzo ai suoni sassoni e non latini, ricavò i termine Föhn o Foehn per indicare il vento tiepido che spia dalla primavera.
Da questo Föhn o Foehn nacque il termine commerciale “Fon o Phon” per indicare l’asciuga capelli, poiché produce un vento caldo.

Vi lascio e confido nel vostro ottimismo, poiché chi si fa prendere dallo sconforto, la battaglia l’ha già perduta.

Siam pronti alla morte.
L’Italia chiamò!

E per Diana cacciatrice!

Ciao a tutti

CS