C Cari amici,
oggi ricorre la data del 11 Febbraio, che si potrebbe anche scrivere come 11 2, pertanto è stata scelta come festa per le forze di pronto soccorso.
Spero che nessuno di voi abbia bisogno di digitare questi tre numeri, ma è bello sapere che ci sono persone pronte a correre in nostro aiuto.
Ora andiamo a curiosare cosa ci riserva la data odierna:
Come oggi nel lontano 1858 apparve ad una pastorella francese nella regione dell’Occitania, “ la Madonna” il paese è il noto Lourdes.
Per la verità la piccola Bernadette, ma disse che si trattava di Maria vergine, lei la chiamava “Aquerò” che in occitano vuol dire “quella là”. Solo il 25 marzo l’apparizione si definì “l’immacolata concezione”; curiosità che spinse a credere di avere veramente a che fare con una apparizione celeste, poiché solo nel 1854 il papa Pio IX aveva emanato il dogma della “immacolata concezione”, e difficilmente una ragazzina dalle montagne occitane, analfabeta poteva avere idea di un tale passaggio filosofico e teologico.
Son stato a Lourdes tanti anni fa, e posso dire con certezza che a parte il moderno mercanteggiare di oggettini e paccottiglia, ho respirato una curiosa aria fatta di disperazione e speranza, di fede cristiana e pagana credulità.
Vi chiedo di essere attenti prima di marcare tutto come follia, o ingenuità, perché tutto è molto più complesso di come a prima vista appare.
In linea di massima, credo che la storia la sappiate tutti, ma non son sicuro che sappiate che altro si nasconde in quelle montagne e da dove arrivi il toponimo Lourdes, ed il perché del suo strano simbolo araldico, un’aquila che tiene nel becco una trota.
Per fortuna c’è l’angolino:
la leggenda vuole che un moro, ovvero un mussulmano, tal Mirat, venendo dalla Spagna, si impossessasse di questa rocca sui Pirenei e ne fece il suo feudo. A Carlo Magno, signore dei Franchi e padrone di quelle terre, la cosa non piacque e decise di muovere l’esercito e porre assedio. La lotta si protrasse e il paladino dei cristiani sperava di prendere la cittadina per fame, ma improvvisamente in cielo apparve una gigantesca aquila nera che portava nel becco una grossa trota e la depose ai piedi di Mirat.
Il mussulmano seppur affamato divise il pesce ed una parte la fece recapitare a Carlo, il quale si infuriò e capì che la sua strategia della fame non avrebbe avuto esiti, propose pertanto all’arabo un patto: “ti lascio tenere la rocca, ma tu ed i tuoi vi convertite al cristianesimo”.
Mirat ci pensò ed accettò.
Il re dei Franchi disse queste parole “ devi andare dalla Vergine” ovvero verso la Madonna, quindi accettare la nuova fede. Il moro si recò nella città di Puy in Alvernia e depose le sue armi ai piedi della statua della “ Vergine Nera” e si fece battezzare dal vescovo locale con il nome di Lorus o Lourds da cui poi prese il nome la città.
E vedete come il celeste femmineo centra sempre!!
Carlo dice devi andare dalla Vergine e lui va, poi nel 1858 è lei che torna.
Vi ricordo che in alcune città Italiane è facile trovare delle vie che portano il nome di “via 11 febbraio” , non certo per l’apparizione di Lourdes, ma per un fatto ben più vicino nel tempo, la sigla dei Patti Lateranensi con cui si concluse quella spinosa stagione che vedeva contrapporsi lo Stato Italiano alla Santa Sede. Pertanto l 11 Febbraio 1929 si concluse la “questione Romana” iniziata nel 1870.
La notte tra il 10 e 11 febbraio 1918, tre MAS con in testa il vate, Gabriele d’Annunzio e l’eroe di Premuda Luigi Rizzo ed il conte Ciano, violarono la munitissima base navale Asburgica di Buccari nel Quarnaro.
L’azione non ebbe alcun valore militare, non venne perduto nessun vascello, ma l’onta per gli austriaci fu tremenda.
Sul posto il poeta soldato lasciò un messaggio al Nemico:
«In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d’Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile.
E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia»
Per oggi vi lascio.
Un saluto
CS