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Angolino del 28 Agosto 2020

Angolino del 21 Agosto 2020
21 Agosto 2020
Angolino del 03 Settembre 2020
4 Settembre 2020
C ari amici,

anche il torrido Agosto 2020 ce lo stiamo lasciando alle spalle,

son qui nel mio studio che mi ascolto l’intramontabile “Born to be wild” del gruppo musicale “Steppenwolf” i lupi della steppa, fantastico non trovate? Proprio in questi giorni le mie orecchie vengono accarezzate dai misteriosi suoni degli Hu, il gruppo rock Mongolo che unisce tradizione orientale a sonorità Americane.
Ma perché questi richiami alla steppa, agli spazi liberi, alla libertà? Oggi è il compleanno di un sogno, del marchio che ci ha fatto provare una nuova emozione su due ruote; La Harley Davidson:
L’azienda nasceva come oggi nel 1903 a Milwakee, la città di Fonzie, nel garage dei fratelli Davidson appena ventenni. Ma dobbiamo attendere il 1909 per avere il primo iconico motore V twin, con la caratteristica disposizione dei due cilindri a V longitudinali, che non incontra i miei gusti motoristici, ma molto i miei gusti estetici.

Il battesimo del fuoco di questi mezzi non avvenne come molti pensano durante la prima guerra mondiale, ma nel complesso scenario della rivoluzione Messicana di Pancho Villa, in cui le unità Statunitensi avevano creato dei reparti veloci, su motociclette per sorvegliare i vasti confini e per rapide incursioni in territorio nemico.

Confesso che a me le Harley Davidson piacciono molto, hanno una linea classica, intramontabile, son come un trench di aquascutum, perennemente classiche ed emozionanti. Il suono, il profumo, la grinta, che possiedono son inimitabili.

Ne ho possedute, le ho amate ed odiate, specie quando mi han lasciato a piedi, ora cavalco felice una Triumph, che miscela armoniosamente il design Italiano alla tradizione Inglese alle ispirazioni Americane.

Pertanto dato che non ho voglia di parlarvi di moto come semplici mezzi meccanici, simbolo di machismo e tecnologia, vi presenterò alcuni titoli di film che vedono queste superbe creazioni poste in primo piano:

Ovviamente il primo titolo è Easy Rider, in cui due Pan head son le vere protagoniste del film. Pellicola che ho guardato solo per le scene di viaggio e per la colonna sonora, non certo per la trama che trovo puerile e scialba. Tra i veicoli che compaiono, nelle primissime immagini vi è anche una Rolls Royce Silver Cloud III color marrone bronzato e blu scuro, io direi che i due mezzi in questione hanno delle affinità elettive, un altro accostamento che mi piacerebbe intuire con voi è con l’italianissimo “ Il sorpasso “ di Dino Risi, in cui la protagonista non è una moto ma una superba e commovente Lancia Aurelia convertibile.

Andiamo avanti con i film e con le moto; Addirittura c’è un’opera cinematografica delgi anni ’70 che si intitola Electra Glide, ovvero il nome di un modello di Harley, e parla della polizia del Arizona.

Ma le cromate figlie di Milwakee compiono anche in tutto quel filone minore che furono i Bikers Movies della fine degli anni ’60 come “The Wild Angels”, in Italia “I selvaggi”, o “the Satan’s Sadist” che presentarono in modo assai discutibile il mondo complesso dei club motociclistici USA, ma le troviamo anche in pellicole italianissime, cavalcate dagli evergreen Bud Spencer e Terence Hill in “due superpiedi quasi piatti”, o in nel “ Gallo cedrone “ di Verdone e che dire del magnifico “ un americano a Roma “ di Alberto Sordi? Dove il grande attore è al manubrio di una stupenda WL e si vede la polizia Italiana che inforca delle aristocratiche Moto Guzzi 500 Falcone.

Dai su perdiamoci a giocare con la mente a sognare il viaggio, a godere del percorso. Lo so la strada giusta è quella che non conduce al rimpianto, ma ogni Km trascorso in sella mi ha sempre portato non dove volevo , ma dove avrei voluto.
Io in cuor mio ringrazio il signor Harley e i fratelli Davidson, non per esser stati dei bravi industriali, ma per aver dato forma ai sogni, hanno liberato le anime oppresse dalle convenzioni, che male c’è ad andare in moto in doppio petto grigio?

Se cavalchi una HD nulla! Mi spiace io guido una pallida copia, ma è grazie a loro che lo stile del motociclista romantico è delineato in questo modo.

Ma attenzione io non escludo le nobili casate su due ruote che han come vessilliferi nomi come Bianchi, Guzzi, Norton, Triumph, Zundap, BMW, Indian, BSA, Royal Enfield, Miller, Benelli, Morini e tutti i mille che il tempo ha cristallizzato; quindi guanti di pelle, giubbotto di cuoio, occhialoni, stivali, zaino e casco ben allacciato e nulla potrà fermarci se non un buon caffè in un romantico angolo di mondo che ci ha chiamato e ci ha gentilmente concesso di fermarci.

Che ci volete fare: un tiepido pomeriggio d’autunno, i profumi della campagna, un viaggio in moto, l’essenza della benzina, il richiamo della libertà.
Una coperta, un buon libro, poter abbracciare la propria amata e specchiarsi nei suoi occhi color del colore dei sogni, accarezzare i suoi capelli, bearsi delle sue rotondità.

A volte basterebbe poco, anche un sorriso, un cenno, e tutto cambia di colore.

Sophia dove sei? Credo ai segni, credo alle combinazioni, credo in un essere superiore, credo in una vita spirituale e tutto questo venne sciolto nel crogiuolo dell’attimo in cui scesi dalla mia moto.

Il suo nome non lo saprete mai da me, ma nemmeno il tempo mi farà mai scordare l’attimo in cui l’universo mi investì.

Pazienza! Abbiate pazienza, oggi è andata così.

Lo so non ve ne cale che si ricorda il 28 san Agostino di Ippona, di cui vi esorto a leggere le opere, permeate di logica che ci conduce per mano alle misteriose curve che costellano la strada della luce. Lo so non vi interessa della battaglia dell’Isonzo tra Teodorico e Odoacren nel 489, che poi il 30 settembre vedrà i due eserciti scontrarsi sotto le mura di una Verona decaduta, ma che daranno origine ad un altro mito, la pastissada de caval, gustoso piatto da consumarsi preferibilmente in grigie giornate di pioggia. Immagino che non stiate fremendo per sapere che oggi nel 1849 si concluse il tentativo Veneziano di affrancarsi dalla corona Austriaca; “ il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca “ e poi riprendo il poeta: “ A te Venezia, l’ultimo canto, l’ultimo bacio, l’ultimo pianto! “.
Così scrisse il poeta,

Per oggi è tutto, au revoir!
Se potete, inforcate il vostro cavallo di ferro e cavalcate verso voi stessi.

CS