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Angolino del 16 Ottobre 2020

Angolino del 16 Settembre 2020
16 Settembre 2020
Angolino del 28 Ottobre 2020
28 Ottobre 2020
C ari amici,

siamo arrivati al 16 ottobre, il diciassettesimo compleanno dell’angolino ce lo lasciamo alle spalle, pensate che tra un anno diventerà maggiorenne, potrebbe anche votare, se il voto solo ci fosse. Il giro di boa del decimo mese dell’anno funesto che è il MMXX ce lo siamo lasciati alle spalle le giornate si son sensibilmente accorciate, il clima si è fatto più freddo ed i colori ammantano tutto di una romantica magia che solo l’autunno ci può regalare.
Trovo che sia la stagione più romantica del ciclo annuale, profumi intensi, clima fresco, una pioggerellina che induce all’ozio meditativo.
Credo che sia la stagione adatta per leggere un buon libro, gustare le castagne e riflettere su cosa sta capitando attorno a noi.
L’incubo del morbo è ripreso, gli organi di informazione pare facciano a gara per metterci ansia e paura, ma son certo che anche questa volta ne verremo fuori con stile, ma ci vuole fermezza e coraggio, la nostra moderna società è attraversata da sinistre correnti:

Disillusione, crisi, moralità allo sbando, etica perduta, fobia di ogni cosa, anche la più cara e tenera, sfiducia verso il futuro e verso quello che dovrebbe apparire solido come le nostre istituzioni repubblicane, che invece si mostrano fragili ed in preda a schizofreniche azioni insensate, che ci volete fare, io rimpiango gli anni ’80 e ’90 dove tutto appariva possibile, dove ogni cosa era colorata, e ci si rivolgeva al futuro con la certezza che esso sarebbe stato migliore ed invece?
Riprendo il pensiero mio ricorrente ed a voi già espresso; siamo precipitati in un inferno di dubbi, mal vessazioni, burocrazie ottuse, cattivi maestri e tanto peggio, osceni filosofi.
Guai al popolo che non ascolta i dotti ma gli opinionisti, categoria umana che detesto visceralmente, solo urlatori di personali pensieri sballati e dannosi, che inseguono un’istante effimero di notorietà sbraitando demenziali pensieri. Dei poveretti che non han nulla se non voci squillanti ed un palco da cui propagandare “opinioni” che passano per verità.
Sofia, mia adorata Sofia dove sei fuggita? Perché ti celi? Perché ti sei nascosta? Perché mi hai lasciato solo?
Un esercito di ciarlatani ignoranti e folli si è schierato, ma i tuoi cavalieri son ancora pronti a cadere sul campo della conoscenza; un tuo cenno e si ridestano dalle spelonche in cui son stati confinati.
Mia amata Sofia dove sei?

Ma vi rendete conto che la Sapienza, la Cultura, la Sofia, La Filosofia, La Saggezza, La Forza, La Conoscenza, Son tutte parole declinate al femminile?
Ma vi rendete conto che oggi si mette in discussione la base della nostra lingua per non far torto a minoranze che si battono per avere gli asterischi al posto delle vocali finali perché le parole, per loro non dovrebbero avere genere!
Ma lo vedete anche voi che meraviglia che è la nostra stupenda lingua, che ci regala termini come quelli sopra citati, che son espressi al femminile perché generano, perché ci danno qualcosa, son madri di pensieri, son generatrici del bello, son l’unico motore che ci è rimasto.
Questo dovrebbe farvi riflettere e capire, o almeno intuire che il tutto è talmente e favolosamente complesso che non abbiamo bisogno di opinionisti, ma di buoni maestri!
Signori vi esorto a leggere Cesare Marchi, Alfredo Cattabiani, Alessandro Barbero, Massimo Montanari, Giorgio Maria Cambiè, ma anche San Agostino, Sun Tzu, Luciano de Crescenzo, e Pellegrino Artusi, Seneca e Cicerone, Pirandello, D’Annunzio e Macchiavelli. Rimpinzate le vostre orecchie con buona musica, cullate l’anima con la poesia, nutrite lo spirito con l’Arte, quella vera, quella che ti fa tremare e commuovere, lacrimate davanti ad un Caravaggio, ad un Tiepolo, gioite con Vivaldi o un più moderno De Andrè. Non fermatevi mai, ma soprattutto non siate mai buoni scolari di cattivi maestri, l’abilità del saggio non è nello spiegare o nell’apprendere, ma è quella di scegliere un bravo Maestro.
Da un saggio si apprende saggezza, da un o stolto si apprende il caos, non nutritevi della sua arida anima.

Ora, tra ricordi scolastici, letture interessanti ed almanacchi, andiamo a saltabeccare tra quelle vie che so avete già calcato ma che forse non avete osservato. Seguitemi o meglio accompagnatemi nel cammino tortuoso che ci piace tanto:

Oggi, è il 16 ottobre, e per i Milanesi è la data d’inizio della fabbrica del Duomo di Milano, era l’anno del signore 1396, ma guardiamo cosa accadeva per il mondo in quell’anno:
sul suolo francese si combatteva da 19 anni quella che poi sarà ricordata come la guerra dei 100 anni; in Inghilterra regnava Riccardo II, quel re a cui secoli dopo William Shakespeare dedicò una tragedia, “Il Riccardo Secondo” appunto che vi consiglio di andare a vedere, dove senso di giustizia, amor di stato e potere si muovono come un balletto, nell’equilibrio di un trono assai difficile.
Da nove anni gli Scaligeri non reggono più il potere a Verona, le fanghe di Castagnaro furono la loro tomba.
Il famoso William Wallace era stato giustiziato ben 91 anni prima, anche il sommo Poeta Dante era morto da 76 anni.
L’attuale Bulgaria cadeva definitivamente sotto il giogo Turco, Venezia era governata del doge Antonio Venier ed iniziava a diventare una potenza anche di terraferma sottomettendo Padova, che a sua volta aveva conquistato Verona e quindi: paghi una prendi due.
Milano era retta da Gian Galeazzo Visconti; e comunque, la data di inizio cantiere, è discussa infatti, pare che da recenti studi, la prima pietra delle fondazioni fosse da retrodatare al 1387.
Immagino che come sempre non vi cambi molti la data esatta, ma siete golosi della curiosa amenità che l’opera meneghina ci nasconde.
Lo avrete già letto, ma mi piace ricordarvi che il cantiere del duomo ci regala una parola nell’Italiano più dotto, come ci insegna il grandissimo Cesare Marchi, citato qualche riga sopra, nel suo meraviglioso “Grandi peccatori, Grandi Cattedrali” ma ora andiamo a scoprire di che si tratta:

vi sarà capitato ancora di leggere e sentire una frase del tipo: “Il tale ha mangiato ad ufo.” Oppure “di quel prodotto ve ne era ad ufo”. Ma cosa centrano gli oggetti volanti non identificati ed i marziani con il duomo di Milano? Che sia il solito complotto rettiliano per dominare il mondo, naturalmente piatto, abitato da noi uomini esperimento genetico di razze aliene?

Nulla, per Giove! Perchè in Italiano dotto ufo non è l’acronimo di Unidintificated Flying Object, ma deriva da un più antico acronimo, A.U.F., che era la scritta che recavano i materiali che entravano in Milano diretti alla Fabbrica del Duomo e che quindi non erano gravati da dazio, il significato era Ad Usum Fabricae, ed essendo tanta roba che entrava gratuitamente, il parallelismo vien da se.

Il Duomo di Milano è un edificio che racchiude in se moltissimi aneddoti, simboli e segreti e non è solo la siluette sulle scatole del panettone Alemagna, come diceva il mio geniale professore di storia dell’Arte!

Come oggi nel 1978 diveniva papa Karol Wojtyla, che scelse il nome di Giovanni Paolo II, primo papa non Italiano dal 1523 quando reggeva il soglio di Pietro l’Olandese Adriano VI. Ora a papi stranieri ci abbiamo fatto l’abitudine, me nel 1978 questa elezione sconvolse il mondo cristiano.
E voi sapete quanto io abbia apprezzato questo pontefice polacco, che per me merita il titolo di Magno, come fu Leone nel V secolo.

Come oggi nel 1793 veniva ghigliottinata la regina di Francia Maria Antonietta. Non commento il gesto, ma vi suggerisco di leggere: di Carolly Erickson, “Maria Antonietta “, Mondadori, 1997

Sconvolgente è leggere e studiare le vessazioni e le torture inflitte al figlio Luigi Carlo dai rivoluzionari. Cose da far impallidire anche il più cinico.
A voi un pensiero ma solo dopo la lettura.

Oggi iniziò la battaglia o meglio l’assedio della città tedesca di Ulm, episodio cruciale della campagna del 1805 che si concluderà sui campi boemi di Austerlitz il 2 dicembre con una schiacciante vittoria Francese.

Pensate erano passati solo 12 anni dall’assassinio di Maria Antonietta, e la Francia era radicalmente diversa: prima una monarchia, poi una repubblica rivoluzionaria, un consolato e nel 1805 un Impero; abbiamo qui l’esempio che nulla è fermo, tutto evolve, cambia, muta.

Rimaniamo in tema Napoleonico e ricordiamo che oggi nel 1813 le armate francesi si trovarono impegnate nella più vasta battaglia dell’epopea. Veniva, infatti, combattuta la battaglia di Lipsia, detta anche delle Nazioni, dove si scontrarono teste coronate di tutto il continente, parvenu freschi di trono, ambizioni militari e sogni popolari.
Fu il prologo del declino Napoleonico, e la base per capire l’Europa odierna.

Sempre nel XIX secolo ma nel 1818 venne scoperta nella valle dei Re, la tomba del faraone Seti I, padre di Ramsete II, per intendersi il Faraone sul trono quando era un bimbo Mosè.

È curioso notare che il nome Seti, ha la radice in Seth, di cui lui prima di diventare Faraone era gran sacerdote. Seth è una divinità assai misteriosa, ha una connotazione negativa, è il Dio delle terre straniere, è il traghettatore delle anime, è legato alla notte ed ai sentimenti negativi come invidia e gelosia, ma è anche un guerriero. Spesso è raffigurato come un uomo con la testa di animale, normalmente una capra o uno sciacallo, è il rivale di Horo, il dio Sole, è il fratello di Iside e di Osiride, è colui che complotta per assassinarli.

Rimane traccia di lui anche in culti satanici, il Tempio di Seth è un sinonimo di chiesa satanista, come pure il simbolismo della testa di capro!

Vi saluto e vi esorto a leggere, non ad ascoltare la comoda televisione o spulciare quel mare magno che è internet, senza la dovuta cautela.

Ciao a tutti e buona fortuna.

CS