C ari amici,
la paginetta è tornata sui vostri schermi,
mille cose son accadute e mille altre stanno accadendo, ma questa è la Storia. Non giustifichiamoci dietro questo paravento dell’inevitabilità per rimanere indifferenti al caos che ha nuovamente colpito il vecchio continente.
Come da un lontano incubo si son risvegliate le armate del signore dell’Est, dello Zar e via dar di botte nella antica terra dei cugini Cimmeri, ma oggi la guerra non la si combatte più solo nelle campagne tra carri armati e missili, ma soprattutto sul più difficile fronte della comunicazione mediatica, ovvero con tutti i mezzi i contendenti cercano di portare dalla loro parte quanto più consenso possibile, pescano in ogni anfratto delle società umane, si rivolgono ad ogni categoria e credo, lo scopo è uno solo, vincere in modo onorevole; badate bene che non ho scritto “vincere” e basta, ma ho specificato: “in modo onorevole”, cosa vorrà mai dire?
Nessuno dei due contendenti vuol perdere “la faccia”, pertanto direi che più che pesanti mostri d’acciaio e veloci droni da combattimento, ora dovrebbero darsi battaglia in sede diplomatica e per fortuna, stanno già operando.
Alcuni di voi mi chiedono un commento ed un vaticinio: miei cari posso solo dire la mia, ma soprattutto non son un veggente, posso esprimermi su fatti che potrebbero portare ad azioni, ma non posso sapere cosa passi per la mente di chi è a capo.
Quello che mi fa più incuriosire, è il comportamento della stampa nazionale, subito schierata a favore della più debole Ucraina, in classico atteggiamento di pietismo francescano, ma la non demonizzazione totale dell’aggressore, l’imperscrutabile novello Zar e, dulcis in fundo, la smania di attribuire colpe ad una guerra di teatro a tutti fuorché ai protagonisti. Per i nostri “personaggi d’opinione” per forza il cattivo devono essere, nell’ordine: Gli USA, che quelli per definizione c’entrano sempre, poi la NATO, pertanto anche noi Italiani e vai di cilicio, non potevano mancare i banchieri e i diabolici speculatori di borse, borsette e zainetti.
Signori, vi prego! Spesso le cose son ben più semplici e chiare senza scomodare i soliti capri espiatori, ma ai complottari e odiatori da salotto mediatico, ricordo che han lasciato fuori dalla lista dei responsabili i Templari, la Massoneria, i Rettiliani, il Papa, le multinazionali, specie quelle dei farmaci che fa sempre odiens e i mercanti di armi.
Comunque questo conflitto ha mandato in confusione i soliti giornalisti manichei che vedono il mondo sempre e solo diviso in due, non possono più usare le frasi classiche del loro gergo: ”è una guerra di civiltà”; “Uno scontro tra religioni”; “un popolo oppresso che si libera dalle catene” e vai con la solita retorica cattopacifista a senso unico.
Son certo che sull’argomento ci ritroveremo ancora.
Passiamo alla annuale disamina sulla ricorrenza dell’8 Marzo, qui permettetemi di ripescare nei passati angolini e vi chiedo di seguirmi in questo intricato dedalo di date e luoghi che ci condurrà la dove il giornalista non è mai arrivato prima:
Basta con ste cavolate da giornaletti di dubbia fortuna, basta articoli auto referenziali che si citano uno con l’altro, basta dilettantistico sensazionalismo rivoltante, le vicende del nostro passato son quelle che sono, indifferentemente dalla nostra volontà o credo politico o religioso; quindi andiamo a ripassare un po’ di Storia a noi vicina:
La ricorrenza dell’8 Marzo venne inventata negli Usa durante il congresso delle donne socialista a Chicago il 3 maggio 1908 , che dichiarò ufficialmente che si sarebbe annualmente tenuto un giorno dedicato alla parità delle donne in sede politica, individuandolo nell’ultima domenica di febbraio, a partire dal 1909. Nacque così il Woman’s day.
L’anno successivo, durante il convegno delle donne socialiste che si tenne a Copenhagen, le delegate tedesche chiesero che il giorno venisse fissato al 19 marzo, visto che in quella data, durante le sommosse del 1848, il re di Prussia aveva promesso il voto alle donne. Ma fu l’evento bellico a decretare la data attuale, infatti nel 1917 le donne russe di San Pietroburgo, scesero in piazza per manifestare contro la guerra in corso, la scarsità di cibo e chiedevano il ritorno dei loro mariti, figli e congiunti dalle trincee e questo accadde il 23 febbraio 1917. Alcuni anni dopo, nel 1921 la conferenze delle donne comuniste sovietiche istituì la Giornata internazionale della donna operaia per l’8 marzo in ricordo della prima manifestazione femminile russa contro il potere zarista nel 1917.
Direte voi, ma cosa c’entra il 23 febbraio con l’8 marzo? Ebbene si, c’entra e molto, infatti nella Russia degli Zar, vigeva ancora il vecchio calendario Giuliano, sfasato rispetto a quello Gregoriano di 13 giorni, se fate il conto il 23 febbraio Giuliano è l’8 marzo Gregoriano. Svelato l’arcano.
Permettetemi, ma la storia delle operaie morte a NY in un incendio di una fabbrica l’8 marzo è una bufala, non ha nessun riscontro oggettivo, è la classica leggenda metropolitana.
Per quanto riguarda la mimosa, in Italia venne scelta dalle donne socialiste romane, visto che era il fiore più diffuso in questa stagione, nei giardini della capitale.
Dato che per questo discorso vengo normalmente criticato e tacciato di ogni nefandezza, vi indico uno dei testi su cui potrete verificare:
Di Alfredo Cattabiani “Calendario”, ma state attenti perché dopo aver letto questo libro, non sarete più gli stessi.
Guardando meglio la data odierna, non si può non ricordare il martirio di una donna, o per meglio spiegarci, l’uccisione in quel di Alessandria d’Egitto, da parte di fanatici cristiani, i paraboloni, una frangia locale di persone dedite alla cura dei malati contagiosi per a loro volta martirizzarsi, della filosofa neoplatonica Ipazia. Con questo episodio abbiamo l’esempio di come fanatismo e cecità possano far compiere follie a persone misere che han bisogno di maestri saggi che sappiano educarle e se serve anche bastonarle; fateci caso che i paraboloni, son estinti ! Ci sarà un perché!
Osserviamo meglio i paraboloni, furono dei fanatici che prestavano la loro vita alla cura dei malati contagiosi per morire a loro volta in un martirio fanatico, e condannano con la violenza ogni forma di pensiero diverso dal loro o che possa indurre a discussione, non vi fa venire in mente nulla al giorno d’oggi? A voi un pensiero.
Aggiungerei anche un mio piccolo pensiero, mi ripeto ma repetita iuvant, in marzo la natura torna a fiorire, cosa vi è al mondo di più luminoso che non il sorriso della nostra donna? Prova intangibile della fioritura della vita, primavera di delizie?
Oggi il calendario ci ricorderebbe uno dei dotti della Chiesa per eccellenza, san Tommaso D’Aquino, e qui mi fermo, anche se vi esorto a leggerlo ed a studiarne la vita, troverete delle fantastiche curiosità che ve lo faranno sicuramente apprezzare sia come filosofo che come uomo moderno; ma ricorderebbe anche un vescovo di Nicomedia, tal Teofilatto, di cui si han poche notizie, ma a me fa subito venire alla mente il grandissimo Gian Maria Volontè, nella parte di Teofilatto dei Leonzi , nel capolavoro si Monicelli del 1966 “L’armata Brancaleone”. Pellicola che adoro.
Pare che la parte di Teofilatto, il regista la volesse dare al sempre grandissimo Raimondo Vinello, ma il produttore, Cecchi Gori volle il Milanese Volontè, sembra per il successo che aveva avuto nei ruoli dei film western da lui sempre prodotti.
“lo nome mio est Brancaleone da Norcia !”
“io mi chiamo Teofilatto dei Leonzi, famiglia bizantina discendente da Niceforo I ; ti vedo e… ti piango“.
Oggi ricordo l’amico M.T. che ci ha lasciati nel fiore degli anni ben 6 anni fa; mi fosti maestro, a te devo tanto, posso solo darti il mio ricordo.
Ciao a tutti
CS